Al lavoro con… la scienziata Francesca Cosmi, “architetta” delle ossa

Studiando le alterazioni ossee degli astronauti, ha inventato un test molto utile per la diagnosi precoce dell’osteoporosi partendo dalla radiografia della mano. L’hobby della scienziata? Creare sculture di ghiaccio o di sabbia con il marito.

BIOGRAFIA

Nata a Udine nel 1960, Francesca Cosmi è una scienziata che studia l’architettura delle ossa. Dopo la laurea e il dottorato al Politecnico di Milano, ha svolto ricerche presso il centro NASA di Pasadena (California); l’Università di Berkeley, il MITI Tsukuba (Giappone) e l’UFRJ (Brasile). È professoressa di Progettazione Meccanica dell’Università degli Studi di Trieste. Al Festival della Ricerca, il Trieste Next 2020, ha presentato i suoi studi sulle alterazioni ossee nei voli spaziali, da cui è nato il suo innovativo metodo per la diagnosi dell’osteoporosi.

LA SUA GIORNATA

ore 7

«Mi sveglia mio marito Walter con un caffè: il primo di una lunga serie. Fino all’anno scorso mi recavo quasi ogni giorno all’Università di Trieste, 80 chilometri da Udine dove vivo, per insegnare. Quest’anno viaggio meno, perché mi dedico solo alla ricerca. Nel 2016 è nato il Bes Test (Bone Elastic Structure Test), un sistema per diagnosticare e monitorare l’osteoporosi a partire dalla radiografia della mano. Questo dispositivo completa la diagnosi della Moc, perché analizza il reticolato interno delle ossa e consente di individuare precocemente l’incedere della malattia anche su pazienti giovani».

ore 9.30

«Trascorro ore al computer, seduta su un pallone da ginnastica, osservando le immagini delle ossa, tagliandole, modificandole e simulando la loro possibile evoluzione. Mi appassiona, è come un videogioco. Lavoro anche in piedi: metto un tavolino sopra la scrivania e creo un accrocco che ricorda I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer. Se devo pensare o parlare al telefono con mia figlia Alessandra, con cui ho fondato la start up bestest.it, passeggio. Il mio laboratorio di Trieste assomiglia alla casa della famiglia Addams: ci sono tanti prototipi di mano, in silicone e in resina: le costruiamo anche con la stampante 3D per ottimizzare il nostro test».

ore 13

«Dopo il pranzo veloce con mio marito, torno alle ricerche. Il mio interesse per la struttura delle ossa è nato come conseguenza della mia passione per lo spazio. Anche i cosmonauti, come le donne in menopausa, rischiano di incorrere in una forte riduzione della densità ossea a causa della microgravità. E se veramente vogliamo andare a vivere su Marte come progetta la Nasa, e alla lunga ci andremo, dobbiamo evitare che le nostre ossa, dopo un viaggio che potrebbe durare 7-12 mesi, si sbriciolino e ci facciano accasciare al suolo come dei budini».

ore 16

«Ho sempre saputo che sarei diventata un’ingegnera: non mi ha mai limitato il fatto che a lezione fossimo solo due donne. Quando ero più giovane ero meno consapevole degli ostacoli che avrei incontrato. Non mi preoccupo: sono una cocciuta, cerco di prevedere l’imprevedibile, so concedermi delle moderate distrazioni quando gli esperimenti sono recalcitranti rispetto alle aspettative».

ore 20

«Mio marito e io ceniamo spesso al ristorante. Mentre attendiamo, disegniamo sui tovaglioli gli schizzi dei nostri progetti. Siamo scultori di sabbia, ghiaccio e neve. Con il nome d’arte di Sandy Tales, partecipiamo a competizioni nazionali e internazionali. Siamo stati in Russia, Finlandia, Canada, Corea, Cina e Stati Uniti. E pensare che abbiamo iniziato venti anni fa, facendo castelli di sabbia a Cervia per i nostri bambini».