Daniela, la protagonista, è una donna di 47 anni che una notte di febbraio lascia Rădeni, un paese della Romania, sale su un pullman senza dire nulla ai sui figli, Manuel e Angelica e a suo marito, per raggiungere Milano. I soldi a casa non bastano. «A volte si può solo fare così», è quello che pensa. Nasconde i soldi nel reggiseno, porta con sé pochi oggetti: tanto «ai vecchi e alle loro famiglie interessano solo le mie braccia». Nella valigia metterà solo le fotografie di quando i bambini erano piccoli. «Riesco a guardare solo le fotografie in cui sono ancora una madre», dirà. In Italia Daniela lavorerà come badante e poi come tata. In Romania tornerà solo sporadicamente. Finché un evento improvviso l’obbligherà a riavvolgere il nastro degli ultimi anni, sperando di riuscire a riallacciare il legame con i figli. «Il sangue non si sciacqua», scrive Balzano. Inizierà raccontando loro quanto fosse duro: «Milano per me era una prigione», «mi sentivo svuotata», «consumata», giorni ed ore a lavare la schiena ai vecchi, tagliare loro le unghie e sopportarli «con le loro manie, i capricci, le lagne, la vita ridotta a sopravvivenza».