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Ho cominciato a scrivere per La27esimaora nel 2018.
Questo spazio, grazie al guizzo e alla determinazione di Luisa Pronzato, è stata la mia casa per più di tre anni.
Uno spazio aperto, tollerante, rispettoso.
Coraggioso.
Visionario.
Ma soprattutto, E S S E N Z I A L E.

Negli anni ho scritto un’inchiesta sull’aborto in Europa (affrontando il tema dei cimiteri dei feti); mi sono occupata di questioni di genere; di contrasto agli stereotipi più comuni.
Ho raccontato di madri e padri, senza edulcorare e mistificare le esperienze quotidiane della genitorialità. Sottolineando anche i disagi legati alla solitudine: qui scrivo che i “Genitori sono come porcospini di Schopenhauer”.
Mi sono occupata di PMA
Di ragazze e ragazzi transgender.

Questo è uno dei miei articoli preferiti

Ribelliamoci a chi ci vuole ribelli
In cui scrivo che non ne posso più di libri per bambine ribelli. A partire da “Storie della buonanotte per bambine ribelli” (di cui è uscito anche il secondo volume).
Mi pare che questi libri, nati con l’obiettivo di incoraggiare le bambine a realizzare i loro desideri anche in contrasto ai più radicati stereotipi femminili, finiscano invece per crearne degli altri, dicendo loro: non siate sempre belle, misurate, garbate, composte, accomodanti, senza asperità né eccessi, ma siate bambine e ragazze ribelli.
L’aver sostituito l’ossessione per la bellezza con quella per la ribellione, non mi pare abbia molto senso. Infatti, benché l’equazione non sia equiparabile moralmente, il principio è identico: si sta sempre dicendo “siate così” e non “così”.
E questo mi pare sia non solo in contrasto con le intenzioni dichiarate: (cioè siate voi stesse) ma anche del tutto discutibile: chi ha deciso che il modello giusto sia proprio quello della bambina ribelle?

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