Per questa inchiesta ho chiesto a tre super esperte di aiutarmi a capire perchè oggi così tant* adolescenti si definiscano GENDER FLUID.
sono più di 10 mila battute.
I motivi da loro individuati sono diversi:
– Secondo Jiska Ristori, le serie tv, i libri, i fumetti, i cantanti, gli attori, rendendo pubblica la propria esperienza, stanno lentamente contribuendo a sgretolare uno stigma sociale che nascondeva questi vissuti, rendono progressivamente meno difficile la scelta di fare coming out
– Secondo Maddalena Mosconi “Non è che semplicemente i ragazzi e le ragazze di oggi non sanno se definirsi maschi o femmine, è che proprio non sanno chi sono: hanno un’identità molto confusa
Mosconi individua poi un terzo motivo: “io credo che in questi ultimi anni, le istanze LGBTQI siano diventate, agli occhi di tanti giovani, ‘un nuovo Ideale per cui impegnarsi”. Secondo lei, “credendo di non avere più ideali politici per cui lottare, oggi le ragazze e i ragazzi manifestano affinché ciascuno sia libero di esprimersi, di vestirsi, di amare come preferisce. Le storiche e precedenti battaglie per il riconoscimento dei dritti delle persone omosessuali sono superate, sostituite, da quelle a favore del diritto di non riconoscersi in nessun genere”.
“Osservando la mia esperienza, io non credo si possa parlare di contagio sociale”, chiarisce Sofia Bignamini, l’esperta del Minotauro, escludendo che si diventi gender fluid per imitazione, emulazione, o per osmosi. “Semmai, la mia impressione è questa: i rappresentanti del movimento gender fluid raccolgano supporto anche da parte di coetanei cisgender perché nel loro affermarsi fanno da grancassa a un tema caro e trasversale a tutti loro, il valore indiscusso della libera e autentica espressione di sè”.
Perché proprio tante ragazze?
Negli ambulatori dove lavorano sia la dottoressa Mosconi che la dottoressa Ristori (e dove ci si occupa anche dei percorsi di affermazione di genere), sono soprattutto gli adolescenti assegnate al genere femminile alla nascita a manifestare con più frequenza il bisogno di un supporto o di un chiarimento. “Questo potrebbe indicare che ci sia una maggiore fluidità di genere in questo gruppo di persone, ma potrebbe anche essere il riflesso di rigidi stereotipi di genere”, osserva Ristori. D’accordo con lei anche Mosconi, “la fatica di alcune ragazze a riconoscersi nel genere femminile – spiega – potrebbe nascere come risposta, persino rifiuto, verso rigidi modelli patriarcali e ad un’immagine della donna iper-sessualizzata. Rifiutando per scelta – oppure non riconoscendosi – nelle foto di ragazzine super sexy, con le labbra a cuore, il corpo da pin up, alcune vanno in crisi e si domandano: ma se io non sono – oppure non voglio- essere così, resto comunque una femmina o sono un maschio? Chi sono io?”
Attenzione ai contro-stereotipi
Secondo Bignamini, tuttavia, vi sono, in questo lodevole movimento di emancipazione, alcuni aspetti cui è bene fare attenzione. “Il primo è che non è detto che l’affermazione della fluidità di genere si accompagni a un reale affrancamento dagli stereotipi tradizionali. Talvolta anzi ne appare un’esasperazione: il femminile, per esempio, è rifiutato perché associato alla fragilità o all’imperativo della seduzione; di fronte a esso finiscono per avere maggior appeal gli attributi virili della forza e della sicurezza, che possono però risultare anche molto stressanti e ugualmente asfissianti.
Non c’è nulla di patologico
“Quello che è importante capire – chiarisce Ristori- è che l’identità di genere di una persona non è per forza da considerarsi solo maschile, o solo femminile. Piuttosto, le persone possono identificarsi prevalentemente (ma non completamente) in un genere, in entrambi i generi, in nessun genere o in un genere diverso. Le variazioni di genere rappresentano traiettorie di sviluppo psico-fisico altrettanto valide e sane, e quindi non patologiche, e sottolineano la necessità di dover abbandonare una visione binaria del genere”.