Tutti gli articoli per Vanity Fair

Da questa pagina è possibile leggere tutti gli articoli che ho scritto per Vanity Fair Antonio Cerasa (Cnr): «Le riunioni del futuro? Le faranno i nostri ologrammi Didattica a distanza e smartworking, il Garante avverte: «Rafforzate la privacy» Giuseppe Busia, il Segretario generale dell’Autorità Garante della Privacy, ci ha messo in guardia: «Non sottovalutiamo i

(Cnr): «Le riunioni del futuro? Le faranno i nostri ologrammi»

Oggi sono già moltissimi i progetti che hanno richiesto l’impiego di ologrammi: dagli eventi aziendali alle lezioni in università, un modo per avere un’interazione più umana, più rilassante, più emozionante, e quindi più efficace ed evitare quell’effetto «Zoom fatigue» ormai dilagante «Ci saranno ologrammi ovunque: in ogni videochiamata, in ogni webinar, in ogni lezione a

Saremo licenziati via Zoom? (Via WhatsApp è già possibile)

Dal 2016 è possibile essere licenziati con un sms o un messaggio su WhatsApp. Oggi lo sviluppo delle nuove tecnologie apre la porta a nuovi scenari: in futuro potremmo essere licenziati anche con una videochiamata su Zoom, Google Hangouts, Skype, FaceTime? «Per ora non se ne parla», spiega l’avvocato Marcello Giustiniani «Sono stata licenziata su

Saremo licenziati via Zoom? (Via WhatsApp è già possibile)

Dal 2016 è possibile essere licenziati con un sms o un messaggio su WhatsApp. Oggi lo sviluppo delle nuove tecnologie apre la porta a nuovi scenari: in futuro potremmo essere licenziati anche con una videochiamata su Zoom, Google Hangouts, Skype, FaceTime? «Per ora non se ne parla», spiega l’avvocato Marcello Giustiniani, (BonelliErede). «Però…»

Mygrants, l’app che trova lavoro ai migranti

La piattaforma permette di fare emergere le competenze formali e informali dei richiedenti asilo già presenti in Italia. «Mygrants è un’app pensata per chi è in cerca di migliori opportunità nonostante il contesto di avversità», spiega il fondatore Chris Richmond N’zi.

Ma, in pratica, che lavoro fa un antropologo?

«Venditori ambulanti di anomalie, spacciatori di stranezze, mercanti di stupore»: così l’antropologo statunitense Clifford Geertz definiva coloro che facevano un lavoro come il suo. Sono passati trent’anni eppure ancora oggi ci si aspetta che gli antropologi siano persone strane, che ne frequentano altre non meno strane, perché incuriositi da stranezze.

A che cosa serve una laurea in Filosofia?

Ilaria Gaspari e io proviamo a rispondere in questo articolo su #vanityfair.
(Entrambe laureate in filosofia, lei è una Normalista, brillante scrittrice; io una freelance).
In #GiovaniCarinieDisoccupati, il film cult che ha segnato la (mia) generazione, Troy (Ethan Hawke) – un giovane rockettaro, con 180 di quoziente intellettivo e una laurea in Filosofia in tasca- dice alla sua amica: «Vedi Lelaina, non ci serve altro: un paio di Bagel, una tazza di caffè e un po’ di conversazione… io, te e cinque dollari».

Gianmarco: «Ecco come funziona l’università per gli studenti transgender come me»

Giammy ha 22 anni e studia Intelligenza artificiale a La Sapienza di Roma. Sta per iniziare il secondo anno della magistrale. Sul suo libretto c’è il numero di matricola e il nome Gianmarco. Eppure sul suo precedente libretto, quello della triennale, c’era scritto Giulia. Gianmarco è un ragazzo transgender: la sua l’identità di genere, cioè quella percezione