Tutti gli articoli per La27esimaora

Ho cominciato a scrivere per La27esimaora nel 2018. Questo spazio, grazie al guizzo e alla determinazione di Luisa Pronzato, è stata la mia casa per più di tre anni.Uno spazio aperto, tollerante, rispettoso.Coraggioso.Visionario.Ma soprattutto, E S S E N Z I A L E. Negli anni ho scritto un’inchiesta sull’aborto in Europa (affrontando il tema

CiaoLapo: “Aiuto le mamme che come me hanno perso un bimbo in utero e sono state lasciate sole

Ventotto giorno dopo la nascita e la morte di Lapo, in quel tempo fatto di lacrime, incredulità, in una solitudine forzata, fatta del silenzio della nostra lingua sul lutto perinatale, di macerie scomposte e desideri selvaggi di riaggiustare la vita, Claudia Ravaldi e suo marito fondarono CiaoLapo (www.ciaolapo.it), un’associazione rivolta a operatori sanitari di area materno fetale, alle donne e ai loro partner colpiti da lutto perinatale durante la gravidanza o dopo la nascita.

Congedo per i papà dei bimbi volati via prima di nascere

Dal marzo 2021 tutti i papà possono avvalersi di dieci giorni di congedo parentale, anche quelli che hanno perso un figlio durante la gravidanza: in Italia sono circa 1.500 l’anno.
 «Talvolta il tempo consola. Ma non sempre riesce a sciogliere del grumo di dolore che pesa sul petto», racconta Luca, papà di Lucilla, morta il giorno dopo la nascita.

Aborto, l’allarme della ginecologa: “A 40 anni dalla legge 194 ancora troppi ostacoli al diritto delle donne”

Scuote la testa e sospira Daniela Fantini, una delle ginecologhe del Cemp, consultoriocemp.org il primo consultorio laico aperto a Milano negli anni Sessanta. “A più di 40 anni dalla legge 194 siamo ancora qui. Eppure sembrava che le cose stessero andando un pochino meglio”.
“Ad agosto il ministro della Salute Roberto Speranza aveva finalmente aggiornato, dopo dieci anni, le linee guida sulla pillola abortiva Ru486, stabilendo che si potesse assumere fino alla nona settimana di gravidanza (anziché fino alla settima) e in day hospital. Era stato un passo avanti significativo”.

Perchè per una donna è cosi difficile farsi sterilizzare?

Sull’inserto #SALUTE, in edicola con #REPUBBLICA e #LASTAMPA la mia inchiesta sulla #STERILIZZAZIONE FEMMINILE. Ci ho lavorato per mesi, parlando con primar*; ginecolog*, donne & associazioni, alla ricerca del perché per le donne, in Italia, sia così difficile farsi chiudere la tube (solo l’1% lo ha fatto). Anche Antonio Chiantera, presidente della #Sigo, Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, conferma la «scarsa diffusione della sterilizzazione tubarica», ma ne attribuisce la causa a «questioni di diritto». «Questa tecnica – spiega – non viene proposta alle donne e talvolta viene anche sconsigliata dai ginecologi a causa delle libere e spesso incongruenti interpretazioni della magistratura su questo tema. Servirebbe una legge chiara», commenta. In più, «i processi sono troppo lunghi» e le richieste di risarcimento spesso milionarie».

Dopo un aborto chi si occupa di ciò che resta? «Signora, vuole procedere a sepoltura?»

A Roma una donna ha scoperto una tomba con il proprio nome, dove è stato seppellito il feto a seguito di un aborto terapeutico. Ma qual è il modo in cui a una donna viene chiesto di prendere una decisione un momento così delicato? La testimonianza di Ilaria: «Non so quale scelta avrei compiuto se fossi stata più informata. Ma so che sette anni fa in quella sala parto è stato leso un mio diritto: quello di scegliere in maniera consapevole. Possiamo occuparci anche di questo?».

Inchiesta: L’aborto è sotto scacco in mezza Europa. E le donne non lo sanno

Spagna, Portogallo, Ungheria, Polonia e Francia sono gli stati dove si moltiplicano i tentativi di cancellare o indebolire le norme che regolano l’interruzione di gravidanza. Lo racconta un documentario di Arté «Il diritto all’aborto sta subendo un’offensiva coordinata in tutta Europa, veicolata da campagne aggressive e generosamente finanziata da circoli ultra-conservatori americani e da oligarchi