Aprite le biblioteche!

«Granai pubblici dove ammassare riserve contro l’inverno dello spirito» , come scriveva Marguerite Yourcenar o «dighe contro l’imbarbarimento » , come le definisce l’esperta Antonella Agnoli, in un momento di crisi come quello attuale (e in un Paese che legge sempre meno) oggi, forse più che mai, la società civile ha un grande bisogno di questi luoghi di scambio sociale e culturale. Le biblioteche hanno bisogno di essere vissute e abitate. Diversamente è come se esprimessero solo una piccola, minuscola, parte del proprio potenziale”. Perché, che sorgano in un’elegante piazza in pieno centro, o in un angolo degradato nell’ennesima periferia dimenticata, oggi le biblioteche non sono più ( solo) un luogo dove gli iscritti entrano ed escono con i loro tomi da portare a casa, leggere e riportare.

A che cosa serve una laurea in Filosofia?

Ilaria Gaspari e io proviamo a rispondere in questo articolo su #vanityfair.
(Entrambe laureate in filosofia, lei è una Normalista, brillante scrittrice; io una freelance).
In #GiovaniCarinieDisoccupati, il film cult che ha segnato la (mia) generazione, Troy (Ethan Hawke) – un giovane rockettaro, con 180 di quoziente intellettivo e una laurea in Filosofia in tasca- dice alla sua amica: «Vedi Lelaina, non ci serve altro: un paio di Bagel, una tazza di caffè e un po’ di conversazione… io, te e cinque dollari».