Covid, l’appello di Francesca, in ospedale con la figlia di due anni e isolata: “Permettete ai familiari di entrare: la presenza guarisce”

“Vi scrivo dal reparto di pediatria di un ospedale di Milano. Sono ricoverata qui con mia figlia di quasi due anni, che ha un’infezione. Sono sola, con lei, da una settimana. Mio marito non può venire a trovarci, nessuno mi può dare un cambio: lo prevedono le norme di questa struttura”. Lo racconta Francesca, che a casa ha altre due bimbe, la più grande di sei anni, che ogni mattina e ogni sera piangono cercando le coccole della mamma.

CiaoLapo: “Aiuto le mamme che come me hanno perso un bimbo in utero e sono state lasciate sole

Ventotto giorno dopo la nascita e la morte di Lapo, in quel tempo fatto di lacrime, incredulità, in una solitudine forzata, fatta del silenzio della nostra lingua sul lutto perinatale, di macerie scomposte e desideri selvaggi di riaggiustare la vita, Claudia Ravaldi e suo marito fondarono CiaoLapo (www.ciaolapo.it), un’associazione rivolta a operatori sanitari di area materno fetale, alle donne e ai loro partner colpiti da lutto perinatale durante la gravidanza o dopo la nascita.

Congedo per i papà dei bimbi volati via prima di nascere

Dal marzo 2021 tutti i papà possono avvalersi di dieci giorni di congedo parentale, anche quelli che hanno perso un figlio durante la gravidanza: in Italia sono circa 1.500 l’anno.
 «Talvolta il tempo consola. Ma non sempre riesce a sciogliere del grumo di dolore che pesa sul petto», racconta Luca, papà di Lucilla, morta il giorno dopo la nascita.

Il coraggio di Stefania: “Io, figlia caregiver di genitori con disturbi mentali”

“Quando avevo quindici anni, uno tsunami ha investito e travolto la mia famiglia: la mia mamma e il mio papà hanno sviluppato una malattia mentale. In quel preciso momento, la mia vita è diventata significativamente diversa da quella dei miei coetanei, perché, senza nemmeno esserne consapevole, sono diventata una giovane caregiver. Toccava a me prendermi cura di loro”.

Si può fare DAD ai nidi e materne?

Le insegnanti e le educatrici di nidi e materne come mantengono le relazioni educative con i bambini? Ancora oggi ogni realtà fa da sé: se vuole, come vuole e quanto vuole. Ci sono insegnanti che si prodigano per mantenere una relazione con i bambini e altre che latitano, perché nessuno ha dato indicazioni. La sensazione è che sull’universo dei più piccoli ci sia poca consapevolezza. E forse anche poco interesse.

Intervista a Matteo Lancini (Minotauro): “No, non è stato un anno sabbatico: i ragazzi stanno male”

La pandemia ha scoperchiato il profondo malessere già esistente. Gli adulti hanno finalmente aperto gli occhi. ammettendo che i loro figli stanno male. Per Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, «i ragazzi si stanno tatuando i nomi dei nonni morti. I segni delle mascherine svaniranno dalle nostre facce ma non dalla nostra psiche. Quello che possiamo fare tutti è imparare a gestire questo malessere». Ecco i suoi consigli ai genitori («aprite le case ai ragazzi più fragili») e ai prof («date spazio affinché le sofferenze possano esprimersi, esplodere»)

Lucangeli: E se parlassimo di didattica di vicinanza?

La mia intervista alla professoressa Daniela Lucangeli “Ne posso più di sentire parlare di didattica a distanza. Vorrei si parlasse di DIDATTICA DI VICINANZA, che non è fatta dalla tecnologia né tanto meno dalle migliori slides di PowerPoint. La didattica di vicinanza è fatta dai linguaggi antichi che il nostro cervello riconosce: l’ “I CARE” educativo, (il “mi stai a cuore” di don Milani), e non l’ingozzamento cognitivo di prestazioni che la memoria dovrebbe tenere come un frigorifero: metto dentro l’informazione che deve restare identica, congelata fino a verifica. Aimè così non si nutre l’intelligenza e tantomeno lo sviluppo migliore di nessuno.

Inchiesta Maternità: il secondo figlio, mai per caso

Che cosa spinge le giovani coppie a formare una famiglia con due o più figli? Come risolvono difficoltà pratiche ed emotive per altri insuperabili? Aiuti, pochi. Ostacoli, tanti. Gli stessi che vivono tutti gli altri. Eppure una parte (minoritaria) delle giovani coppie decide di avere più di un figlio. Una sfida, di questi tempi. Che

Inchiesta Maternità: I papà invisibili

Il corso preparto? Per le mamme. La chat di scuola o il pediatra? Sempre per loro. I padri vorrebbero esserci, ma restano tagliati fuori. E le loro compagne, pur affaticate dai compiti di cura, delegano poco. Un corto circuito da cui si può uscire con un forte cambiamento culturale An Elephant in the room, un

Ecco i padri oggi, come “Elefanti in una stanza”

Dei papà, del loro ruolo e delle loro esigenze, non si tiene conto quando si progettano i bagni nei luoghi pubblici e si mette il fasciatoio nelle toilette delle signore, quando si pubblicizza il corso di yoga e lo si chiama «yoga mamma-bambino», quando si chiama la chat della scuola «la chat delle mamme delle quinta B», quando per descrivere la battaglia dei genitori per riaprire le scuole si parla di «battaglia delle mamme».