Lucangeli: E se parlassimo di didattica di vicinanza?

La mia intervista alla professoressa Daniela Lucangeli “Ne posso più di sentire parlare di didattica a distanza. Vorrei si parlasse di DIDATTICA DI VICINANZA, che non è fatta dalla tecnologia né tanto meno dalle migliori slides di PowerPoint. La didattica di vicinanza è fatta dai linguaggi antichi che il nostro cervello riconosce: l’ “I CARE” educativo, (il “mi stai a cuore” di don Milani), e non l’ingozzamento cognitivo di prestazioni che la memoria dovrebbe tenere come un frigorifero: metto dentro l’informazione che deve restare identica, congelata fino a verifica. Aimè così non si nutre l’intelligenza e tantomeno lo sviluppo migliore di nessuno.

Inchiesta Maternità: il secondo figlio, mai per caso

Che cosa spinge le giovani coppie a formare una famiglia con due o più figli? Come risolvono difficoltà pratiche ed emotive per altri insuperabili? Aiuti, pochi. Ostacoli, tanti. Gli stessi che vivono tutti gli altri. Eppure una parte (minoritaria) delle giovani coppie decide di avere più di un figlio. Una sfida, di questi tempi. Che

Inchiesta Maternità: I papà invisibili

Il corso preparto? Per le mamme. La chat di scuola o il pediatra? Sempre per loro. I padri vorrebbero esserci, ma restano tagliati fuori. E le loro compagne, pur affaticate dai compiti di cura, delegano poco. Un corto circuito da cui si può uscire con un forte cambiamento culturale An Elephant in the room, un

Ecco i padri oggi, come “Elefanti in una stanza”

Dei papà, del loro ruolo e delle loro esigenze, non si tiene conto quando si progettano i bagni nei luoghi pubblici e si mette il fasciatoio nelle toilette delle signore, quando si pubblicizza il corso di yoga e lo si chiama «yoga mamma-bambino», quando si chiama la chat della scuola «la chat delle mamme delle quinta B», quando per descrivere la battaglia dei genitori per riaprire le scuole si parla di «battaglia delle mamme».

Psicologia femminile. Quando nasce una donna

Il passaggio all’età adulta si compone spesso di piccole e personali epifanie. Sollecitate dal corpo che cambia, o dal contesto d’origine. Dietro, però, c’è sempre l’emancipazione dalla madre. Ce lo spiega una psicoterapeuta in un libro appena uscito. Provate a pensarci un attimo: quando è che vi siete sentite donne per la prima volta? Per

«La vita dei giovani transgender? Famiglie e scuola possono fare la differenza»

«Non sempre le vite delle ragazze e dei ragazzi transgender sono invise o osteggiate dalle famiglie e dalla comunità come quella di Ciro Migliore, il fidanzato transgender di Maria Paola Galiando, uccisa dal fratello a Caivano». A parlare è Maddalena Mosconi, psicologa-psicoterapeuta, Responsabile “Area Minori” del SAIFIP dell’ospedale S. Camillo-Forlanini di Roma, che da più

A braccia aperte: 10 milioni di euro per gli orfani di femminicidio

«Orfani speciali», così li definì Costanza Baldry, la psicologa che coordinò la ricerca europea “Switch Off”. A loro, ai minori divenuti orfani a seguito di crimini domestici e femminicidio, l’impresa sociale Con i Bambini dedicata il settimo bando, dal nome “A Braccia Aperte” mettendo a disposizione 10 milioni di euro.

Ribelliamoci a chi ci vuole ribelli

Ieri era «siate belle», oggi è «siate ribelli», domani? C’è sempre qualcuno che dice alle ragazze «siate così» e non «così». Non ne posso più di libri per bambine ribelli. L’aver sostituito l’ossessione per la bellezza con quella per la ribellione, non mi pare abbia molto senso. Chi ha deciso che il modello giusto sia proprio quello della bambina ribelle?

Gianmarco: «Ecco come funziona l’università per gli studenti transgender come me»

Giammy ha 22 anni e studia Intelligenza artificiale a La Sapienza di Roma. Sta per iniziare il secondo anno della magistrale. Sul suo libretto c’è il numero di matricola e il nome Gianmarco. Eppure sul suo precedente libretto, quello della triennale, c’era scritto Giulia. Gianmarco è un ragazzo transgender: la sua l’identità di genere, cioè quella percezione

Inchiesta / Infanzia transgender: non c’è nessun allarme, nessun contagio sociale, non è una moda del momento

L’infanzia transgender? Non c’è nessun allarme, nessun contagio sociale, non ci sono numeri preoccupanti, non è una moda del momento. Piuttosto è un’esperienza rara, complessa e multiforme, ma che esiste da sempre.La fotografia dell’esperienza italiana, con i numeri (inediti) Chiariamo subito alcune cose: l’infanzia transgender non è un fenomeno dalle proporzioni preoccupanti e non c’è nessun