Scuole chiuse e tv accesa? La lezione di Peppa, Masha e gli altri

Con le scuole chiuse e genitori in smartworking la cosa più semplice è mettere i pargoli davanti alla tv. «Questa soluzione forse è la più comoda, ma in realtà anche i cartoni realizzati appositamente per bambini necessitano di un accompagnamento adulto», dice il pedagogista Cosimo Di Bari. «Piuttosto che allarmarci sulla presenza dei cartoon nella vita dei bambini, dovremmo preoccuparci dell’assenza di altre esperienze».

La mia intervista a Daniela Lucangeli

Il 73% degli studenti italiani a scuola sta male. «Ingozziamo i ragazzi di prestazioni, colpa e paura sono le emozioni alla base del nostro sistema educativo», dice Lucangeli. «Ma tutto ciò produce un cortocircuito emozionale che genera malessere e inceppa l’apprendimento». Che fare? Cambiare la scuola, ovviamente. Facendo spazio alla warm cognition
Il bravo maestro «è colui che aiuta, che dà fiducia e coraggio, non che ingozza e giudica, somministra e verifica».

La speranza della scuola di yoga e tango per ripartire

L’associazione Amadà è uno dei luoghi segnalati dai lettori di Repubblica per l’iniziativa “Ritorno al futuro”:
I tappetini da yoga sono rimasti nell’angolo, vicino ai palloni da pilates, ai ritagli di carta, ai pennelli imbrattati di tempere dell’ultimo laboratorio di febbraio intitolato “Trova la parola che più ti risuona nell’attimo presente”.

Inchiesta / Infanzia transgender: non c’è nessun allarme, nessun contagio sociale, non è una moda del momento

L’infanzia transgender? Non c’è nessun allarme, nessun contagio sociale, non ci sono numeri preoccupanti, non è una moda del momento. Piuttosto è un’esperienza rara, complessa e multiforme, ma che esiste da sempre.La fotografia dell’esperienza italiana, con i numeri (inediti) Chiariamo subito alcune cose: l’infanzia transgender non è un fenomeno dalle proporzioni preoccupanti e non c’è nessun