Andrea Loreni (funambolo): «La paura ci incatena se non siamo disposti ad accettarla»

«Farsi carico del rischio, rendersi disponibile alla fragilità, all’incertezza»: questo è il lavoro del funambolo Andrea Loreni, l’unico italiano specializzato in traversate a grandi altezze. «Il cavo e la meditazione zen mi hanno sorpreso, insegnandomi che si può essere sereni nonostante la paura». In questi frangenti difficili, aggiunge, «trattiamoci bene, riconosciamo il valore intrinseco dentro

Femminicidi: storie di bambini, genitori, fratelli delle vittime

«Non so come facciano le mamme a vivere quando le figlie tardano a tornare». Quella di Letizia è una delle dodici storie di violenza che Stefania Prandi racconta nel libro Le conseguenze. I femminicidi e lo sguardo di chi resta (edizioni Settenove). È delle madri, dei padri, delle sorelle, dei fratelli e dei figli delle vittime di femminicidio che lei scrive. Prandi entra nel loro dolore e, senza esibirlo, gli restituisce spazio e dignità; riporta a galla la fatica di crescere bambini e bambine senza più madri, lo sforzo per ottenere giustizia e risarcimenti. La paura di dimenticare, il terrore di ricordare, l’urgenza di commemorare.

Ucraina ° Il viaggio di Elena e Dasha, da Kharkiv a La Scala di Milano

Elena Arabadgi e sua figlia Dasha Parchami, di 10 anni, vivevano a Kharkiv. Quando hanno avvertito il fragore dei missili, hanno buttato pochi oggetti in un borsone e sono scappate. Da qualche giorno le ospita una famiglia a Milano. La piccola è stata accolta all’Accademia de La Scala. Il loro desiderio è quello di rimanere

La storia di Julia Gromskaya, nata russa, poi diventata ucraina, ora marchigiana

Julia Gromskaya è nata a Kharkov nel 1980, quando era ancora Russia. Poi è diventata ucraina. Oggi è cittadina italiana. Dalla provincia di Ancona, dove lavora come illustratrice, osserva le tragedie che stanno attraversando il suo paese. «Da persona nata russa e diventata prima ucraina e poi italiana – spiega- fatico a capire milioni di persone che

Ucraina, profughi accolti in Italia. L’esempio della famiglia Frassinelli:

 Undici giorni fa la famiglia Frassinelli ha aperto casa propria a quattro persone ucraine scappate dalla guerra. Non hanno voluto aspettare. Sono stati tra i primi, in Italia: hanno scritto una mail al consolato ucraino di Milano per segnalare la propria disponibilità e in meno di 24 ore Maria, una nonna di 60 anni, sua figlia Nastia, di 38, e i

Covid, l’appello di Francesca, in ospedale con la figlia di due anni e isolata: “Permettete ai familiari di entrare: la presenza guarisce”

“Vi scrivo dal reparto di pediatria di un ospedale di Milano. Sono ricoverata qui con mia figlia di quasi due anni, che ha un’infezione. Sono sola, con lei, da una settimana. Mio marito non può venire a trovarci, nessuno mi può dare un cambio: lo prevedono le norme di questa struttura”. Lo racconta Francesca, che a casa ha altre due bimbe, la più grande di sei anni, che ogni mattina e ogni sera piangono cercando le coccole della mamma.

Congedo per i papà dei bimbi volati via prima di nascere

Dal marzo 2021 tutti i papà possono avvalersi di dieci giorni di congedo parentale, anche quelli che hanno perso un figlio durante la gravidanza: in Italia sono circa 1.500 l’anno.
 «Talvolta il tempo consola. Ma non sempre riesce a sciogliere del grumo di dolore che pesa sul petto», racconta Luca, papà di Lucilla, morta il giorno dopo la nascita.

Il coraggio di Stefania: “Io, figlia caregiver di genitori con disturbi mentali”

“Quando avevo quindici anni, uno tsunami ha investito e travolto la mia famiglia: la mia mamma e il mio papà hanno sviluppato una malattia mentale. In quel preciso momento, la mia vita è diventata significativamente diversa da quella dei miei coetanei, perché, senza nemmeno esserne consapevole, sono diventata una giovane caregiver. Toccava a me prendermi cura di loro”.

II diario di una mamma contagiata: la paura corre sulla chat dell’asilo

La chiusura preventiva della scuola, i tamponi a tappeto. E alla fine la scoperta di vivere nel focolaio di Bollate, nel Milanese.
“Fare una zona rossa adesso è come chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi”: questo, in sintesi, il pensiero di tanti cittadini di Bollate. Per capire il perché di questo stato d’animo occorre andare indietro di tre settimane.

Dopo gli occhi bassi e pesti: l’importanza di raccontare storie di donne che si riscattano

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne abbiamo selezionato tre libri che valorizzano le voci delle ragazze e delle donne che hanno incontrato la violenza ma che sono riuscite a lasciarsela alle spalle, avviando percorsi di riscatto personale. Serve una nuova narrazione in cui le donne non siano solo vittime, passive, spaventate e deboli.